28 aprile 2006

istinti

e io cosa devo dire... che un cliente ci prova con me, peccato sia un uomo, ringrazio, raccolgo il numero di cellulare e sorrido.
Mi ritrovo a fischiare in macchina, in un attimo asciugo le lacrime e fischio. ci sono attimi in cui sento crescermi dentro una pianta...è una sensazione indescrivibile ma è così. C’è un albero dentro di me. mi usciranno le radici dal culo e i rami dalla bocca, fiorirò e regalerò i frutti al mio bimbo...sarò la sua pianta di mele o magari sarò un tiglio profumato..magari un glicine fiorito. Coltivo da solo la mia pianta, a me piace fare da solo, anche il corso di autostima mi piace farmelo in bici, con la musica nelle orecchie a saltare i fossi, scalare montagne e buttarmi nelle mischie...nella polvere. Mi piace decidere da solo...se dovrò sorridere voglio deciderlo io, come e quando non lo so ma Mangiafuoco non è mio amico. Io faccio da solo, i fili li ho bruciati e sul palco ci vado per me, non per lui, non per il gatto e neanche per la volpe. Mi si scombinano i discorsi, le frasi si accavallano...buon segno. Ci sono parole che non se ne andranno mai dalla mia mente “volere potere” mise fine ad una storia d’amore tanto tempo fa. Oggi mi gira nella testa un’altra frase “ho un buon istinto di sopravvivenza”...credo che questa frase mi basti per farmi pensare che se tanti anni fa nulla si poteva volere senza averne il potere, oggi a nulla si sopravvive se a nulla si ha da soccombere.

24 aprile 2006

primavera 2006 Roberto Piumino

vorrei seguire i piumini mi dicevo ieri...
sapere dove vanno a finire nei giorni di festa per scappare dalle invasioni di gente nei parchi...e allora li trovi radunati ai bordi dei marciapiedi, in mezzo all'erba alta e nei casi disperati si gettano in acqua galleggiando...perchè loro sanno nuotare finche le forze reggono.
Credo di essere un piumino...a questa conclusione sono giunto ieri in curva sud a metà del secondo tempo, quando tutto il tifo intonava il coro "non mollare mai". il mio sguardo filtrando tra le sciarpe tese si era fissato da un po' su quell'ammasso di piumini in fondo, in basso, ai piedi del capo ultras che cantava spalle al campo. Credo di essere un piumino, l'ho pensato quando finita la partita mi sono ritrovato ad inseguire un signore 70enne con figlio ancora a carico, lenti passeggiavano, divisi da 30 anni eppure uguali, stesso profumo, stessa andatura, stesso silenzio...ed io, mosso dalla loro corrente mi sono alzato e ho inseguito fino ad incrociare un'altro profumo, poi un'altro ancora, poi un'altro. in balia delle correnti un cuba libre alle cinque del pomeriggio ha dissetato la mia solitudine. Appoggiato al cofano di una punto guardo un tossico chiudere gli occhi e dondolare, riaprirli per poi sputare e dire all'amico immobile al suo fianco "ma quanto cazzo mi bruciano gli occhi". Lo fisso, e penso che è piccolo il salto ma lunghissima la caduta. si spegne lentamente la sua giornata come la mia, piumino in balia delle correnti, cuore che scoppia di desideri.

Ieri mi hanno chiamato Roberto, qualcosa vorrà dire.
Roberto Piumino
sarò io?

13 aprile 2006

LO SCRUTATORE NON VOTANTE

Lo scrutatore non votante è indifferente alla politica
ci tiene assai a dire "oissa" ma poi non scende dalla macchina
è come un ateo praticante seduto in chiesa la domenica
si mette apposta un po' in disparte per dissentire dalla predica

Lo scrutatore non votante è solo un titolo o un'immagine
per cui sarebbe interessante verificarlo in un'indagine...

Intervistate quel cantante
che non ascolta mai la musica
oltre alla sua in ogni istante
sentiamo come si giustifica

Lo scrutatore non votante
è come un sasso che non rotola
tiene le mani nelle tasche
e i pugni stretti quando nevica
prepara un viaggio ma non parte
pulisce casa ma non ospita
conosce i nomi delle piante che taglia con la sega elettrica

Lo scrutatore non votante conserva intatta la sua etica
dalle sue droghe si rinfresca con una bibita analcolica
ha collegato la stampante ma non spedisce mai una lettera
si è comperato un mangiacarte per sbarazzarsi della verità

Lo scrutatore non votante
è sempre stato un uomo fragile
poteva essere farfalla ed è rimasto una crisalide

Telefonate al cartomante
che non contatta neanche l'aldiqua
siccome è calvo usa il turbante
e quando è freddo anche la coppola

Lo scrutatore non votante
con un sapone che non scivola
si fa la doccia dieci volte
e ha le formiche sulla tavola
prepara un viaggio ma non parte
pulisce casa ma non ospita
conosce i nomi delle piante
che taglia con la sega elettrica

Prepara un viaggio ma non parte
pulisce casa ma non ospita
lo fa svenire un po' di sangue
ma poi è per la sedia elettrica

(samuele bersani)
voglio uscire da questo giardino pieno di spine e scrivere del sole che scalda il culo. Domenica mi sono addormentato su un prato di margherite a bordo campo....mentre si stava giocando una partita di calcio. dormivo mentre il vento mi accarezzava il collo. mentre le formiche trasportavano pezzi di patatine, le mitiche patatine “MIA” una marca assurda che ricordo di aver mangiato l’ultima volta alle scuole superiori, ed ogni volta era sempre la stessa storia.....”MIA, la ‘ppatatina ca fa p’ttia” e giù a ridere. Ridere come rido oggi nel vedere Rocco Siffredi dire che “la patata tira” o una cosa del genere.
Il tempo mi accomapagna e in effetti solo non lo sono mai, solo è solo un apparenza, solo è solo una paura, solo è solo un’ombra senza braghe senza maglia senza volto. solo è solo una macchina senza passeggero, un albero senza frutto, un ghiacciolo senza bastoncino....il gelato, sì il gelato, così mi alzo e nell’intervallo della partita vado al bar e prendo un gelato che mi mangio guardando dodici bimbi in braghette corte calciare un pallone. Uno di questi avrà avuto al massimo sei anni, forse cinque, biondo e con una cattiveria addosso incredibile...passava sotto le gambe degli avversari, rubava palla così lui, e segnava esultando. esultava, esultava e correva. io non riesco mai a vedere una palla rotolare se non vedo qualcuno calciarla, le partite di calcio non mi interessano se non sento le voci dal campo, se non sento il respiro affannoso, se non sento cosa si dicono tra loro compagni e avversari....non vedo la palla se non sento la vita che scorre...così...ascolto più che guardare, non seguo la palla ma osservo sempre chi è lontano dalla palla. il portiere che si sistema i calzettoni e parla da solo per me è il calcio. il difensore che quando l’azione è dalla parte opposta del campo parla con l’avversario. Quel biondino mi ha fatto vedere la palla...solo a me, perchè gli altri non l'hanno mai vista.

Non sbaglio quasi mai...già dal camminare e dallo sguardo ti so dire chi la butta dentro e chi la raccoglie....i bambini non mentono mai.

10 aprile 2006

c'è stato un periodo della mia vita in cui ho odiato la domenica perchè era il giorno in cui miracolosamente appariva mio padre e dovevo star con lui, girare ore o ore in macchina ad assisterlo nelle sue foto, nel suo girovagare per la città e le campagne. C'è stato un periodo in cui ho odiato le otto di sera perchè era l'ora in cui dovevo cenare, star seduto a tavola. C'è stato un periodo in cui ho odiato mio cugino, lo odiavo perchè ero innamorato di lui, perchè lui aveva sei anni più di me e mi legava agli alberi dicendo che sarebbero venuti gli zingari e mi avrebbero portato via, lo odiavo perchè bucava le ruote delle macchine e poi dava la colpa a me, lo odiavo perchè un ultimo dell'anno mi bruciò il mio king kong preferito e io nel tentativo di spegnere le fiamme mi sciolsi le suole delle scarpe prendendole di santa ragione da mia madre...oltre che da mia nonna. Odiavo mio padre e mio cugino...amavo mio padre e mio cugino. Mio padre oggi non c'è neanche più la domenica, mio cugino oggi è un tossicodipendente e io oggi odio ancora la domenica e tutti i giorni di festa.

07 aprile 2006

attacchi sfasati

se due stivali mi camminano accanto faccio sempre finta di non sentirne i tacchi. Io che porto solo scarpe da ginnastica sono abituato a molleggiare sull'asfalto. questo per dire che due stivali mi provocano vibrazioni strane che partono dalle caviglie e arrivano al cervello passando dal cavallo. si il cavallo. l'incrocio delle mie gambe vibra al suono dei tacchi.

una ginocchiata ai maroni potrebbe scaldarmi, mi ripetevo ieri sera mentre correvo nel fango, la disamina della partita è stata spietata da parte del mister, il centrocampo deve attaccare più alto, tu vertice alto del rombo esci per primo ad attaccare...ma attenti alla diagonale che deve essere ben fatta. i tempi li detto tu. tu detti i tempi...Io detto i tempi, io che ho l'orologio indietro di due giorni...

vinceremo in anticipo mi ripeto sempre.

Stamattina i tacchi mi vibrano nel cavallo e avrei bisogno di una ginocchiata nelle palle ma siccome sono il vertice alto di questa specie di rombo devo attaccare per primo pur avendo l'orologio indietro di due giorni.

06 aprile 2006

impotente.
eppur domenica credevo di morire, tra le papere le mie gambe si stiravano. seduto sul bordo incrociavo lo sguardo fino a diventare cieco. mi tappavo le orecchie per non sentire gli schiamazzi. Sulla collina giocano due ragazzi a palla, tre ragazze guardano e commentano, una di loro calcia la palla mentre risponde al telefono...io la guardo, lei mi guarda. due coppie di fidanzati si abbracciano. il cane al guinzaglio porta a spasso i padroni e io non riesco a muovermi. mi manca, mi manca tutto.
E' incredibile come all'improvviso mi manchi tutto anche il fiato anche l'appetito anche la voglia di specchiarmi, anche la voglia di addormentarmi. mi sdraio a terra nell'erba fresca, l'aria gelata delle otto mi entra dalle maniche, dal collo, dalle braghe. congelo. immobile. impotente.

tienimi le mani piccolo mio, ora che il tuo papà ti pensa tienigli le mani.
accompagno le nuvole nel cielo quando i colori si fanno rosa arancio.

immobile penso, penso a due piedi strabici che si guardano, mani in tasca mi coccolo, libro in mano mi alzo e vado.
Quando penso a due piedi strabici mi coccolo sempre, quando penso a lui mi coccolo sempre, mi da forza pensare a lui.
Espiamo dice Davide, e allora i centri commerciali fungono da confessionali, da conventi dove ritirarsi a espiare le proprie colpe. Cammino e penso lontano e mi ritrovo vicino, sul percorso battuto dai passi dove non cresce più erba...mi rirovo ad inseguire un karateka che ogni due passi fa un salto mortale poi all'improvviso torna normale.

impotente
immobile