30 giugno 2006

ho sonno

29 giugno 2006

UNA PALLA

Torna a parlare Zdenek Zeman, neo allenatore del Lecce e da sempre uomo "anti-sistema". Il tecnico boemo parla del maxiprocesso, i giudici, la cupola, le intercettazioni, la stampa e il calcio da salvare.

Zeman, oggi comincia il maxiprocesso...
«Dopo tanti anni di trucchi, imbrogli, bugie, inganni e illeciti non casuali ma di Sistema, ora c’è finalmente la possibilità di cambiare quel Sistema, di fare calcio in maniera diversa, di farlo tornare solo uno sport. Hanno distrutto la credibilità di un gioco che il popolo ha eletto come propria principale passione e veicolo di sentimenti. Chi dovrà giudicare adesso e chi si ritroverà a fare calcio da domani ha il dovere di riportare in prima linea i valori morali da trasmettere alla gente affinchè il mondo del pallone non sia più il mondo esasperato che abbiamo vissuto negli ultimi 10 anni; gli stadi non siano più zone di guerra e territorio di lotta politica; e nei bar o nelle piazze si possa tornare a parlare di calcio, di giocatori, di tecnica e di tattica e non più di processi, corruzione, sudditanze, bilanci truccati o atleti dopati. Se invece si perde anche questa occasione...»

La credibilità del calcio muore definitivamente?
«La credibilità è già morta. Ora si deve decidere se si vuole rinascere. Vediamo se c’è la voglia di rinascere».

Lei che ha sempre denunciato tutto prima, pensava davvero fosse tutto così organizzato?
«Otto mesi di intercettazioni sono solo un piccolo squarcio di quanto è successo negli ultimi 10 anni. Perchè è accaduto molto di più di quanto oggi leggiamo...».

Proviamo a raccontare?
(La pausa è lunga, e negli occhi traspare l’amarezza)«Eh...Come lo spieghi a milioni di persone un imbroglio simile?»

Dieci anni...
«Oggi guardiamo la punta dell’iceberg ma tra A, B e C abbiamo vissuto dieci anni di scandali continui, figli e collegati al famoso Sistema. Il doping, i bilanci truccati, le plusvalenze, le iscrizioni fasulle, le fidejussioni, i passaporti falsi, la suddivisione dei diritti tv, i rapporti con le banche, le scommesse, i reucci del mercato, gli arbitri sudditi, la giustizia ingiusta, i conflitti di interessi... Decine di scandali insabbiati, sommersi, mai risolti. Con tutto il rispetto per chi in certe tragedie ha perso la vita, il calcio italiano è pieno di casi Ustica e Piazza Fontana. Tre anni fa, dopo una mia intervista, vennero a interrogarmi quelli dell’Ufficio Indagini, mentre sottolineavo le anomalie e gli scandali mi risposero, con mia grande sorpresa ed amarezza, che erano "chiacchiere da bar". Con questa scusa hanno spesso evitato di aprire inchieste, indagare, punire. Oggi non possono più dire che sono chiacchiere da bar, oggi ci sono le prove, oggi devono giudicare».

Cosa si aspetta?
«Per anni ho continuato a dire la mia, senza aspettarmi niente. Ma oggi mi chiedo come possano insabbiare tutto questo. Bastano le intercettazioni, ci sono prove inconfutabili. I regolamenti esistono e sono chiari: mi aspetto che venga sanzionato chi non li ha rispettati».

Cosa l’ha stupita o indignata di più di calciopoli?
«Che tutti continuano a dichiararsi innocenti. Nessuno ha detto: scusate abbiamo sbagliato. Sembra che nessuno abbia trasgredito le regole. Continuano a prenderci in giro, non è cambiato niente: prima negavano davanti alle supposizioni, ora negano davanti ai fatti».

Lo ha fatto anche Moggi, piangendo, a Ballarò...
«Finora da chi è stato indagato, interrogato, intervistato ho sentito solo tante bugie, omissioni, reticenze. Le lacrime di Moggi? Io penso a quanta gente ha fatto piangere lui. Dice che gli hanno rovinato la vita? Chiedetevi quante ne ha rovinate lui. Ci sono presidenti falliti, carriere condizionate negativamente, calciatori che si sono detti ricattati, campionati falsati».

Cosa vorrebbe dire ai giudici?
«Spero che si rendano conto di quanto è stato fatto, di come è stato condotto il calcio italiano. Spero che sentano sulla pelle la rabbia della gente, che sta dimostrando di volere un calcio pulito. Non chiedo giustizialismo, ma giustizia. Quella che per tanti anni è mancata. Prendano le loro decisioni senza farsi condizionare dall’importanza dei club coinvolti, ma solo dai reati commessi. In base ai regolamenti per casi meno importanti di quelli evidenziati dalle intercettazioni si subiscono pene severe. La giustizia sportiva ha una grande occasione, anche se parte della stampa continua a sottovalutare la gravità del caso».

Quella che sostiene che le sanzioni dovranno tener conto della straordinarietà del caso?
«La giustizia deve valere per tutti allo stesso modo, sempre».

La Gazzetta ha previsto «Solo la Juve in B»
«Perchè si deve parlare di serie B? Esiste anche la C2. Chi ha sbagliato paghi per ciò che ha fatto...»

Juve, Milan, Lazio, Fiorentina. Si sta mettendo 20 milioni di tifosi...
«Il vero tifoso ama la propria squadra in qualsiasi categoria essa giochi. L'importante è il modo in cui si partecipa ad una competizione. Dovrebbe dare più piacere una vittoria ottenuta con le sole proprie forze anche in una categoria inferiore, di un successo "importante" ottenuto con mezzi illeciti».

Eppure ci sono anche tifosi che inneggiano ai propri dirigenti implicati.
«Questo perchè la mentalità della vittoria ad ogni costo ha trascinato sulla cattiva strada anche una parte della tifoseria sbagliata. Spetta a chi dovrà gestire il calcio e far rispettare le regole riportare i giusti valori, cambiare quella mentalità».

Tra i club non coinvolti c’è chi chiede lo scudetto, chi pretende un ripescaggio in A.
«Ognuno farà valere le sue ragioni, ma per come la vedo io giustizia deve essere fatta innanzitutto non per risarcire questo o quel club, che magari negli ultimi anni ha altri scheletri nel proprio armadio, ma per risarcire (cosa impossibile di fatto...) la gente. Si deve dare un esempio alla grande massa di sportivi sani che si vuole tornare a fare calcio pulito. I regolamenti lo permettono».

Moggi, Giraudo, De Santis, Carraro, Mazzini, Lanese, Bergamo, Pairetto... Per la procura di Napoli hanno creato e rappresentato la “cupola”. Cosa pensa di loro?
«Vorrei che certi personaggi che hanno fatto tanto male al calcio non fossero mai esistiti. E mi auguro che non esistano più in futuro figure così. Credo che loro ed altri dirigenti vadano radiati. Invece noto che alcuni hanno addirittura mantenuto le cariche per l’organizzazione degli Europei 2012: complimenti... Ma soprattutto mi auguro che aumenti il numero di quelli che si possanno opporre a certa gente. I disonesti in ogni ambiente, in ogni epoca ci sono sempre stati, ma le mele marce possono essere escluse. Il calcio invece li ha protetti e tanta, troppa gente ha preferito mangiare insieme a loro».

Lei si è opposto, subendone le conseguenze...
«Non voglio farne un caso personale. Io ho solo cercato di aiutare il calcio a tornare pulito. Il mio modo di agire ha spesso messo in difficoltà anche le società che mi hanno ingaggiato. E questo mi dispiace. Ho trovato comprensione e appoggio dai tifosi, che considero il mio mondo, mentre ho trovato solo ostilità dalle istituzioni. E dagli altri tesserati sono stato isolato».

Come ha reagito davanti a tante intercettazioni in cui si parla, male, di lei?
«Non avevo bisogno di leggere le intercettazioni per sapere certe cose su di me. L’ho constatato sulla mia pelle quello che mi veniva fatto...».

E in generale delle Intercettazioni e del loro utilizzo cosa pensa?
«Che senza le intercettazioni tutto sarebbe continuato come prima, nonostante la buona volontà di pochi e qualche libro che isolatamente ha raccontato cosa accadeva. Ritengo dunque utili queste intercettazioni e mi da fastidio che molti sostengano che è grave che siano state pubblicate sui giornali e non si indignino invece per il contenuto di quelle intercettazioni...».

Come giudica il comportamento della stampa?
«Sto leggendo fondi indignati scritti con 5-6 anni di ritardo. Dov’erano allora certe penne e certi direttori? La stampa ha il compito di controllare ed educare. La quasi totalità, non l’ha fatto. Ci sono giornalisti pesantemente invischiati, eppure non mi risulta ci siano stati provvedimenti da parte del loro Ordine, così come non mi sembra siano stati sospesi certi agenti dei calciatori. Non basta concentrarsi sulla testa del "mostro", c’è anche il resto del corpo...».

Chi rappresenta le braccia, le gambe, la coda del mostro?
«Sono tanti. Da tutti quei dirigenti, dg e ds, che erano stati messi dal Sistema all’interno dei club e continuano a lavorare, a chi continua a gestire il mercato dei calciatori, fino agli oscuri funzionari all’interno del Palazzo che hanno fatto carriera grazie alla loro collusione col sistema o alla loro omertà».

C’è del marcio in Danimarca, ma se tutto è marcio?
«Bisogna ripulire e ricominciare daccapo. I mastini che difendevano il Sistema dicevano sempre: dove sono le prove? Eccole le prove, ora ci sono. Vediamo che uso ne faranno».

Galliani è stato l’ultimo a cedere dimettendosi dalla Lega.
«Era già anomalo che fosse presidente di Lega, non doveva aspettare un deferimento per lasciare quella poltrona. Ho letto che finalmente si è levato un problema. Ma se era un problema perchè ci teneva tanto a stare lì?».

Lippi ha resistito alla buriana ed è rimasto ct azzurro.
«Dai sondaggi è emerso che la maggior parte dei tifosi non si riconosce in certi personaggi. Ci sono delle forti anomalie all’interno della Nazionale e ho ascoltato conferenze stampa di giocatori a dir poco imbarazzanti. E’ mancato il coraggio di eliminare certe anomalie. Si vede che il risultato è sempre più importante della moralità».

Una vittoria al Mondiale potrebbe condizionare il Processo?
«Spero di no. Mi auguro che il Mondiale non sposti l’attenzione e di questo processo ci si occupi di meno. Perchè questo scandalo è gravissimo».

Lei potrebbe essere presto chiamato da Borrelli.
«Se mi chiamerà, mi presenterò volentieri... Una cosa è sicura: io non ci vado da indagato».

Zeman, ora si parla di sanzioni, ma il bottino, e non parlo solo di scudetti ma di soldi, verrà mai restituito?
«Su quello deciderà la giustizia ordinaria. E’ vero c’è stato un saccheggio e c’è chi si è creato delle fortune, ma è un’altra la loro colpa maggiore. Hanno rubato molto più dei soldi: hanno rubato i sogni di milioni di persone».

28 giugno 2006

penserai a me lo so. penserai a me un giorno anche lontano che sia...questo mi basta. mi accontento delle briciole mentre sul fuoco abbrustolisce la mia pannocchia penso a te. ti penso in mezzo al fumo, in mezzo a quell'odore che mi porta lontano dove le spiagge bianche si sbriciolavano di azzurro, mentre guardo le foto vedo le tue mani sulle mie spalle, mi toccavi, mi sorridevi, mi abbracciavi. sembra passata un eternità. un eternità.

metà della mia vita
metà della tua vita.
fanno una vita intera

giulio

26 giugno 2006


grazie piccolo mio,
grazie per avermi insegnato a dormire.

21 giugno 2006

1987

mi ricordo a distanza di anni quella giornata di sole passata a sperare di appoggiare la mia testa sul suo culo morbido, ricordo il sole stanco che rifletteva sul bordo bianco della piscina, intenso fino ad accecarmi, ricordo il mio nuotare cercando di imitare il coccodrillo...ancora oggi lo faccio a mio figlio...il coccodrillo. mi ricordo oggi di questo perchè è di oggi lo stesso sole di allora. io e lei in piscina a ridere. ricordo oggi di quanto fosse in effetti morbido il suo culo. il resto è tutto opaco tutto sfocato, tutto triste e sbiadito tranne una voliera smessa nel cortile di sua nonna, una voliera aperta senza uccelli dentro. ricordo fisso nel mio cervello...quella voliera aperta. ricordo di quanto mi sia piaciuto entrarci e pensare a quando gli uccelli volavano dentro quella galera. mi hanno sempre affascinato le case disabitate, i segni sui muri, le tracce degli abusivi venuti dopo. spesso mi è capitato di entrare nella case disabitate, spesso mi è capitato nel silenzio di provare a sentire le voci di chi ha abitato quelle mura. così in quella voliera, così in ogni casa, così in ogni persona, così con me stesso.

ascolto e cerco di vedere chi c’era prima, se in me c’è qualcosa di qualcun’altro, se prima ero qualcos’altro, se qualcuno ha vissuto dentro di me o se io ho vissuto dentro qualcun’altro. Alla fine non sarà un muro a dividerci, non sarà una voliera a impedirci di volare...prima o poi le porte si apriranno.

lo so

20 giugno 2006


parlo da solo...embè che c'è di male, scrivo da solo...embè che c'è di male. Sono patetico perchè piango...embè che c'è di male. Quando mi si riempiono i polmoni e respiro l'odore di legna bruciata o erba tagliata mi tornano in mente le crepe nella terra e i rospi sotto i sassi, i girini nei fossi e le bisce nascoste nell'acqua. La fantasia nostra non ha limite, a me spinge nelle tempie, ieri mentre pedalavo mi ha bussato alla tempia destra. C'è una storia in ognuno di noi e vorrei saperla, vorrei scriverla ma non inseguirla, vorrei fosse lei a venirmi a prendere. Quando matureranno le albicocche dal balcone mi sporgerò e ne mangerò tre. ho già fatto le prove, mi sono allungato e ci arrivo, ho sfiorato l'albicocca verde acerba.

ma adesso devo scappare, devo correre perchè arriva arriva arriva...mi sta inseguendo.

devo elaborare il piano d'azione e poi lo scriverò.
scriverò la storia quando avrò un piano d'azione.

intanto inverto le parole ma non il senso.
baci di falena

19 giugno 2006

rinunce, silenzi, paure, assenze,
nodi in gola che scendono e si fermano nello stomaco e diventano un pugno chiuso, una mano che stringe le budella e buona notte a chi riesce a dormire.
buona notte a chi ha il coraggio di pensarmi, a chi ha il coraggio di uscire di casa per stare un po’ con me a parlare, per chi ha il coraggio di stare con chi ha tradito, con chi ha perso tutto, con chi ha solo lacrime, con chi ha perso il sorriso, con chi ha rinunciato alla propria vita per amare.

il sorriso di un figlio regala tutto ciò che la vita ti ha tolto, e allora nasce la paura, la paura di dover rinunciare anche a lui, rinunciare non è cosa facile, rinunciare a quei sorrisi che ti danno tutto è ancor più difficile, rinunciare a l’unica cosa che può restituirti il sorriso è più difficile ancora e così ti ritrovi senza niente. senza sorrisi, senza motivi, senza niente, senza parole per spiegara perchè parole non ce n’è quando si muore. non si trovano le parole quando si muore...si muore e basta...ad occhi aperti sul letto con il soffitto che scende, con le tende che si muovono, con la notte e i suoi lampioni e il sole che filtra dalle tapparelle, con la testa che ti scoppia, con gli occhi che ti si chiudono e poi un secondo dopo si riaprono e devi vedere, devi ascoltare, devi vivere, devi sorridere anche quando non hai la forza neanche di camminare.

paure, silenzi, divani muti e mobili impolverati, vetri grigi, piatti da lavare, vestiti da stirare.

gira la ruota, la ruota gira, così dicono,
oggi me ne sto zitto e ingoio l’ennesimo sorriso e penso spero e sogno un giorno di poterlo vomitare.

ma neanche queste parole spiegano l’assenza, il silenzio di non esserci, la paura di non esserci più.

neanche queste parole
riavrò tutto quello che ho perso.
mi riprenderò tutto quello che sto perdendo.
ho perso tutto.
mi sto perdendo tutto.

15 giugno 2006

sono palcoscenici ambigui, sono linee rette su fogli unti dalle patate fritte. Le introduzioni senza i numeri di pagina si perdono in tomi senza senso. LEGGO quel cazzo che mi pare nell’ordine che mi pare, odio i numeri di pagina, odio i libri con un inizio e una fine.
in piscina seguo la linea sotto il mio corpo e intanto mi leggo dentro, ripasso l’ultimo periodo della mia vita anche se pronto per l’interrogazione non lo sarò mai. Sempre impreparato come quando da piccolo la notte la passavo ad inventare argomenti da sostenere in un ipotetica discussione con mio cugino che l’aveva sempre vinta. Vinceva sempre lui, lui che mi spogliava e mi obbligava a girare nudo per casa e volte anche ad uscire in balcone..il tutto sotto gli occhi sbalorditi dei vicini...finiva sempre a manici di scopa nei garetti, mia nonna. era lei che bastonava, lei in un metro e quaranta di ossa sapeva picchiare più di un fabbro, lei che strofinava i pavimenti, lei che mi odiava quando mi chiudevo a chiave in bagno per catturare tutte le mosche e metterle in un barattolo. lei e mio cugino. l’incubo che ancora oggi mi si ripresenta ogni volta prendo in mano una scopa. Io ero troppo piccolo per rispondere rapidamente..il mio cervello è più lento degli altri ad elaborare scuse o risposte giuste, così soccombevo...e mio cugino l’aveva sempre vinta. Mi legava agli alberi quando scendeva la sera dicendo che sarebbero poi passati gli zingari e mi avrebbero portato via con loro, non ricordo se piangevo, non è nemmeno un brutto ricordo è semplicemente un ricordo come quando mi ripeteva che ero più piccolo e dovevo tacere mentre mi sparava nelle cosce pallini di gomma dura con la pistola ad aria compressa o quando mi metteva di nascosto il purgante nell’aranciata che mia mamma mi lasciava per il pomeriggio. Ero ospite, stavo dai nonni paterni che vivevano con i miei zii e rispettivi figli..io ero ospite, per quello le bastonate finivano sempre nei miei garetti...credo.

Ripasso leggo respiro e torno a ripassare. l’acqua mi rinfresca le idee. Mia nonna credo sia stronza mentre mio cugino sono sicuro è un tossico. A me rimane questa linea da seguire, una sponda da toccare per poi ripartire, una scusa da inventare, un argomento da sostenere. non ne sarò mai capace.

so solo che correrò talmente tanto che il mio corpo si assottiglierà fino a diventare essenziale, allora forse anche il parlare sarà superfluo...non ci sarà più bisogno di parole, non scriverò più, non leggerò più. e vaffanculo!!! vaffanculo a mia nonna, e vaffanculo a mio cugino.

08 giugno 2006

BANANE


siamo semi al vento in cerca di terra per crescere fiorire sfiorire e tornare seme per poi tornare a volare.

Coltivo il mio bonsai, costringo le sue radici in un vaso. L'unico modo che ha una pianta per vedere il mondo è quello di fiorire per poi sfiorire, tornare seme per poi cadere e tornare a volare. L'unico modo è quello. E allora lo coltivo con tutto l'amore che ho, spero che fiorisca, spero un giorno di vederlo volare. E' così...un passo alla volta, è un passo alla volta che il banano ha scoperto di poter vivere anche in trentino. Nascere crescere morire per poi rinascere un po' più in la, sempre un po' più in la. E' vivendo al margine che si scopre di poter sopravvivere...sperando ogni giorno di poter andare un po' più in la, oltre.

Mangio banane prima di dormire sperando di svegliarmi un po' più in la.
Sperando di volare senza prima dover morire.

07 giugno 2006

sito posto...


cerco di dividere. cerco di creare un solco. cerco di scavare. ultimamente metto anche la punteggiatura ma non cambia niente il senso lo si da a seconda del volere. la maiusola dopo il punto non ci sta come non ci sta che io all'incrocio prenda sempre la strada sbagliata. anzi no ci sta. si ci sta perchè è così. sempre così. non ho intuito stradale. sbaglio sempre e anche questo è un pregio.
ieri ho stuccato un ascia di legno in colonna sulla tangenziale, ottimizzo. mi scaccolo, faccio i calcoli per un equa separazione dei beni. per una separazione che mi lascerà con un vuoto a rendere. con una metà da riempire. con un figlio da amare.

giulio cresce

io mi invento sorrisi

...è quel filo sottile che ci unisce anche da lontano che mi fa stare con un piede sull'altro immobile a 10 metri da terra.

cerco l'equilibrio

disegno su legno

nel baule il mio garage

due paia di scarpe, stucco per legno, un'ascia, due matite, un temperino, una gomma, otto barattoli di acrilici, sei libri, un tappeto persiano, un paio di racchette da ping pong, una ruota di scorta, un cappello, un panno, una bottiglia d'aqua, carte da pinacolo, una macchina fotografica, un pallone.

05 giugno 2006

lavo i pavimenti, faccio torte, faccio pasta al pomodoro capperi e olive, friggo il pesce e alla fine spazzo.
faccio il letto, sbatto i tappeti e mi scambio la torta con la vicina di casa. Un pezzo di torta al cioccolato per un pezzo di torta alla ricotta. Mi tolgo la maglietta e con Giulio vado al campo da calcio a giocare...."papà il portone".

Dai calcia forte!

Gooool gooool gooool

papà rimettiti la maglietta, copri la pancia.

no Giulio il papà sta così e anzi....vieni qui....vieni qui...vieni qui.
adesso togliamo anche la tua.

papà...ma anche io ho la pancia!

corri papà corri papà

I am mine

quando niente sembra esserci più tranne il sole la mattina e la luna la notte
non rimane che guardarsi nelle tasche.
guardarsi allo specchio e parlarsi.
chiarirsi.

giulio in una mano
la mia vita nell'altra,
c'è chi tende a vederle come due vite distinte
io tendo a vederne una sola..
unisco le mani
e tendo a non dividerle mai.

mi stringo le mani.

Non è facile lottare quando rimane poco con cui lottare tranne lo specchio,
non è facile stringersi le mani,
c'è sempre qualcosa di estraneo nelle mie mani che si stringono,
come estranea ad un certo punto sono sicuro mi sarà la vita di giulio...
uniti per sempre
uno destro l'altro sinistro
padre e figlio
due vite
quattro occhi.

Non c'è tanto con cui lottare
forse l'unico motivo per cui vale lottare
è quello di riverdersi la mattina sorridere al sole

accade sempre
accade ogni mattina.

neinte e nessuno mi toglierà mai il sorriso
niente e nessuno.

I am mine

01 giugno 2006