22 giugno 2007


quante volte mi sono alzato la mattina guardando fuori stanco più della sera prima...sono anni ormai che mi alzo così la mattina. ieri sera mi scendevano lacrime dagli occhi mentre con il didò plasmavo pesci, elefanti, rinoceronti e gatti. Ieri la fronte mi bruciava e la gola sputava fiamme...ho mangiato ghiaccioli perchè è l'unica cura che conosco, spegnere il fuoco con cubetti di ghiaccio. Chiara in spalla mi sbirciava modellare elefanti. Ad Erika mancano tre denti, ieri sera la guardavo mentre rideva e pensavo che quella è l'età più bella, quella in cui si perdono i denti, non centrano le caramelle, centra crescere, centra far spazio a denti nuovi. Erika e Chiara, le mie vicine di casa, Giulio, il mio bimbo, la mia metà. Ieri alla tribù si sono aggiunti altri tre bimbi e casa mia è diventata a tutti gli effetti un asilo, un doposcuola...quello che volevo. Ieri sono arrivati Luca e Lisa, fratello e sorella, bellissimi al color di caffelatte, poi si è aggiunta Serena, pallida e grassoccia. Giulio è il più piccolo e viene completamente surclassato dai giochi degli altri bimbi, seppellito sotto i cuscini del mio letto, preso in braccio o portato in spalla da tutti...e lui non sa mai se ridere o piangere. sono strani lamenti i suoi, io mi limito ad osservare da lontano, mi piacciono tutti insieme, mi piacciono le dinamiche dei loro giochi, le improvvise accelerazioni, le urla collettive, le personalità che si scontrano, le diverse educazioni ricevute, chi dirige e chi segue, poi di colpo si invertono i ruoli, da lontano basta indirizzarli e poi vanno da soli, basta insegnargli le regole del gioco poi tutto va via liscio, mi fanno compagnia, la compagnia più bella se non fosse che ogni volta che se ne vanno sembra passato l'uragano. Ieri Giulio era un vigile...dispensava multe con motivazioni assurde. Luca fuggiva, Lisa ed Erika anche, Chiara protestava mentre Serena chiedeva scusa giustificando la sua infrazione. L'altra settimana Giulio sbirciava dal balcone le bimbe correre in cortile, ha pianto pianto per mezz'ora perchè avrebbe voluto scendere ma c'era gente a casa e io non potevo scendere con lui, quindi il no è stato categorico...in quei momenti sembra di dover sfondare pareti di cemento a dire no, a non impietosirmi davanti alle sue suppliche, davanti alle sue lacrime e ai suoi singhiozzi...ma il no è categorico. così dev'essere. Ho spiegato a Giulio il perchè del "no", sapevo che anche in mezzo a mille strilli le parole sarebbero entrate, lo sapevo. Ad una settimana di distanza Giulio ha capito l'importanza del no. Ieri sera le bimbe giocavano in cortile e lui era in balcone, al loro "dai Giulio scendi!!!" ha risposto "no adesso no, prima devo mangiare perchè il mio papà sta preparando" io ero in cucina e lo guardavo da lontano...abbiamo mangiato e siamo scesi in cortile.

c'è un tempo per ogni cosa, per ogni casa.

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