17 luglio 2007

alzo la pallina e batto. l'importante è tenere i piedi ben fermi a terra e che la pallina ricada esattamente a trenta centimentri dalla mia testa. cerco di star calmo e ingoio l'ennesimo boccone, respiro lento, recupero le forze e cerco di non strafare ma è più forte di me, una pallina devo lanciarla sempre fuori, non fuori dal campo ma fuori, fuori dalla recinzione, in strada, colpendola con tutta la forza che ho in corpo. sorrido e urlo quando la palla sta dentro quelle quattro righe bianche. sono davvero felice quando quello che vorrei è proprio quello che accade. felice davvero.

bevo e me la rido, i piedi di mia mamma stanno oggi sul divano a riposare e un po' mi riposo anche io, i pomodori diventano rossi e ogni giorno se ne aggiunge uno nuovo.

non mi rimane niente di lei, nemmeno un sorriso. niente. nemmeno un bel ricordo, perchè di lei non riconosco niente, è come essersi svegliati a accorgersi di aver amato un'altra persona. finito l'amore non mi rimane niente, ne la stima, ne il rispetto, niente.

persone così non ne avevo mai incontrate. è stato tutto nuovo per me. gli guardi bassi che mi schivano mi fanno schifo, le persone senza palle mi fanno schifo. le persone che scappano mi fanno schifo. le persone che non sanno assumersi nessuna responsabilità mi fanno schifo.

una domanda sempre e comunque mi sveglia la notte...
"ma come cazzo ho fatto"

la pallina ricade lenta, il mio braccio si inarca oltre la mia spalla, carico il colpo e batto.

ACE

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