12 settembre 2007

accavalli le gambe e sul bordo della cattedra ti tieni le mani mentre scruti i tuoi alunni. Nell'aula cala il silenzio ogni volta entri tu. Ma che ne so?! Sei così, strano, muovi il collo come una struzzo, la tua testa va vanti e indietro ritmando il passo. poi fissi il pavimento e di colpo alzi lo sguardo e dici. "la in fooondo!". Sei stato il primo a scombinare i miei schemi, avevo 14 anni e per la prima volta capii che c'era qualcosa di estraneo a me che mi attirava pur respingendomi. Una volta per le vie del centro ti seguii, seguii te e tuo figlio, stesso passo stessa cadenza. Eri diverso anche quella mattina in cui ti incrociai per strade di campagna in tuta mimetica a cavallo della tua mountain bike...avrei voluto urlarti "Prof, ma come cazzo sei conciato?" e invece rispettoso ho riso sotto i baffi. rispettosissimo come a scuola ho riso sotto il banco.

E' da un po' di giorni che l'acqua sembra non bagnarmi, scivola come i pensieri e tornano i sorrisi leggeri.

Io non ho più niente da dire e questo è un buon segnale,
non ho più niente da rincorrere e anche questo è un bell'andare,
ho fogli bianchi e temperini per affilare le armi tutte le sere,
pensieri ad alta pressione che decollano come mongolfiere.

ho spazio,
non ho rimorsi ne pentimenti,
sono felice così
senza comandanti ne tenenti.

"la in fooondo!!"

"si, scusi prof."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

io so di chi stai parlando...
quel prof. l'ho avuto anch'io...

giuio ha detto...

eh lo so...